Da Pescara agli Eremi

20 Set, 2008 da     Nessun Commento    Argomento: Itinerari

Dalla città moderna, attraverso meravigliose abbazie, capanni di pastori, le rocce, le foreste si giunge agli eremi testimonianza di un passato in cui la montagna fu un luogo di grande spiritualità.

Si parte da Pescara. La città, allungata sulla costa, è il più importante centro economico e commerciale della regione. E’ dotata di aeroporto, porto fluviale e porto turistico. E’ una importante località di vacanza, con la sua ampia spiaggia di fin sabbia e i suoi attrezzati stabilimenti, con la sua splendida riviera orlata di palme, pini, oleandri e tamerici. Nel centro antico sono presenti  la casa di D’Annunzio anch’essa museo, il museo Cascella che conserva le opere di Basilio Cascella e della sua discendenza, e il museo ittico.

La prima tappa da fare è all’Abbazia di Santa Maria D’Arabona. Il complesso monastico cistercense, uno dei pochi superstiti esempi di architettura ispirata al gotico francese in Abruzzo, fu fondata nel 1208 sui resti di un tempio dedicato alla dea Bona. L’esterno ha due rosoni, l’interno è  a croce latina a tre navate.  Da vedere il tabernacolo gotico ed il candelabro pasquale.

Con una leggera deviazione si consiglia di fermarsi ad ammirare,  a Manoppello, il Santuario del Volto Santo, meta di pellegrinaggi. Nella chiesa a tre navate la preziosa teca, sopra l’altare maggiore, custodisce un velo sottilissimo con ritratto il volto di Gesù.

Ripresa la statale si giunge all’abbazia di San Clemente a Casauria che è tra i monumenti più importanti dell’arte benedettina italiana. Fu fondata da Ludovico II nell’87  e a quest’epoca risale la cripta che conserva colonne dell’età romana, mentre le altre parti sono databili al secolo XII.
La facciata è preceduta da un portico con tre grandi archi.  Risale al 1191 la porta di bronzo dorato dell’entrata centrale. L’interno, a tre navate con abside unica: spiccano il bellissimo ambone del 1180, il candelabro pasquale, il ricco ciborio a quattro colonne, l’altare maggiore costituto da un sarcofago paleocristiano che conserva una teca funeraria in marmo.

Passando per Scafa – il paese è stato un punto nodale del passaggio sul fiume Pescara – si comincia a salire verso San Valentino, che divenne per opera dei monaci di San Clemente a Casauria un centro fortificato tra la Maiella ed il mare,  e proseguendo si  giunge a Roccamorice.
Questo paese, terra di pastori e di eremiti, arroccato su uno sperone triangolare, ha tutti i caratteri del piccolo centro di mezza montagna da cui partono arrampicate su roccia ed escursioni nel cuore della Majella.
A circa otto chilometri da Roccamorice si può raggiungere l’Eremo di Santo Spirito a Majella dove visse in solitudine Pietro Angeleri, divenuto poi Papa Celestino V, che vi stabilì la casa madre della sua comunità. Oggi l’eremo è costituito dalla Chiesa, dalla sagrestia, dalla foresteria disposta su due piani e da cinque cellette oltre alla scala santa interamente scavata nella roccia che conduce all’oratorio della Maddalena.
Il Paesaggio che circonda questo luogo, ricco di boschi ed un profondo silenzio creano una atmosfera ricca di fascino e di pace.

Da Roccamorice, per chi vuole – lasciata la moto –   si può raggiungere con un agevole sentiero l’eremo di San Bartolomeo in Legio.L’ultima parte è una scalinata   che traversa un caratteristico foro nella roccia. Sorge nella parte più arida del vallone sotto un gran soffitto naturale di roccia.D’origini anteriori al Mille fu ricostruito del duecento per iniziativa di Pietro Angeleri.

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